lunedì 22 dicembre 2008

Area Enel di Castellanza: il piano aumenterà traffico, inquinamento e il rischio di esondazione dell'Olona.

Rispetto al piano di utilizzo dell'area ex Enel approvato nello scorso consiglio comunale, il Pd di Castellanza è fortemente contrario per tre grossi motivi:

1) Il piano urbanistico in sé

La scelta urbanistica di creare un quartiere satellite, come quello previsto, è dissennata e dannosa per la Città. Il quartiere sarà utilizzato prevalentemente da residenti pendolari venuti da fuori, non serve ai cittadini, è solo funzionale ad una grossa speculazione immobiliare che appesantirà il sistema dei trasporti e dei servizi e l’inquinamento da traffico.

Purtroppo la scelta è coerente con il Piano di gestione del Territorio (PGT) che prevede un analogo insediamento nell’area delle Mostra del Tessile: il piano urbanistico che emerge è quello di quartieri esterni nuovi e lussuosi serviti dalle stazioni ferroviarie e dalla rete stradale esterna , abitati prevalentemente da pendolari su Milano e di un centro storico mal servito e mal connesso ed asfissiato dal traffico esterno.

2) L’inquinamento attuale e la bonifica

Il sito è a rischio pesante di inquinamento e spetta all’attuale proprietà l’onere della bonifica. Ci sono tre serbatoi interrati che probabilmente contengono ancora morchie di nafta, ci sono tubazioni e coperture degli edifici che contengono assai probabilmente fibre di amianto.

Prima di concedere l’autorizzazione a qualsiasi uso del sito, si deve pretendere la certificazione e la verifica da parte degli organi competenti dell’avvenuta bonifica o dell’assenza dei rischi ipotizzati. Nei fatti i cittadini che hanno pagato la corrente elettrica nell’ultimo secolo hanno già sborsato i denari per l’effettuazione della bonifica. Scontarla, come è previsto, dagli oneri di urbanizzazione è costringere i cittadini fare un regalo agli immobiliaristi.

3) Il dissesto idrogeologico ed il danno ambientale

L’area oggetto della speculazione è stata ricavata deviando il corso dell’Olona con uno sbarramento a monte ed è pertanto a rischio di alluvione (il caso si è già verificato anche di recente). Ora che il ciclo di sfruttamento produttivo si è concluso, dovrebbe essere restituita al fiume e rimessa a verde.

Dato che la legge oggi proibisce, proprio per queste ragioni, la costruzione di immobili a queste distanze dal fiume, il piano prevede l’utilizzo delle “carcasse” degli immobili industriali esistenti. Per giustificare questa logica esclusivamente speculativa, si adduce il preteso valore estetico architettonico - in sè opinabile - di alcuni degli edifici, arrivando ad estendere questa qualifica di pregio anche ad uno dei serbatoi.

In sintesi il PD ritiene che questa Maggioranza, con il pretesto di un progetto urbanistico “modernizzante”, stia assestando un colpo mortale alla possibilità di uno sviluppo urbanistico organico ed all’avvio di un concreto risanamento ambientale.

Che ne pensate ?

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